Inbound marketing & Outbound marketing – Profeti del marketing, guru della comunicazione e stregoni delle vendite sempre in positivo. Promettono incantesimi e miracoli, adoperando termini e inglesismi poco comprensibili ma sufficientemente efficaci per spillarti denari.
Capita spesso che mentre il chiromante di turno è intento nello spiegarti l’utilizzo di tecniche di outbound marketing, in realtà, quello che ti sembra di capire è: “aggiungeremo mezzo infuso di artemisia, 2 zanne di serpente, un pizzico di crine di unicorno e in conclusione 6 foglie di mandragora. Mi raccomando tutto a fuoco lento!”
Probabilmente è perché stai pensando ad Harry Potter e non sei focalizzato sull’interlocutore.
Sveglia…!
Forse nessuno ti ha mai detto che non si tratta di formule particolarmente complesse o di sistemi a più variabili dall’impossibile risoluzione, ma è soltanto l’utilizzo sistematico di tecniche e strumenti basici volti a convincere i tuoi potenziali acquirenti, indipendentemente che tu venda beni o servizi.
“Le parole insegnano, gli esempi trascinano”
Hai presente il candidato politico locale che sta tenendo un comizio elettorale in piazza?
Ebbene, costui si sta sgolando, cerca insistentemente di catturare la tua attenzione per convincerti di ciò che sta dicendo, è sudato e agitato, ma nonostante questo l’unica cosa che continui a ripeterti in testa è “ok, ma non mi interessa!”.
Hai presente di cosa parlo vero?
Ecco, questo è outbound marketing: cercare, ricercare o addirittura interrompere gli utenti per propinargli qualcosa che non c’entra assolutamente niente con l’attività che si stava svolgendo un attimo fa, ovvero passeggiare, tornare in ufficio, andare dal dentista o dal commercialista.
Che si chiami outbound marketing, interrupting marketing o marketing “vecchia scuola”, alla fine della fiera la sostanza è questa: “vomitare” addosso a chiunque capiti a tiro informazioni e proposte circa quello che facciamo – produciamo – vendiamo. Non vogliamo spaventarti, ma considera che una persona mediamente riceve circa 2500 annunci pubblicitari al giorno. Si lo sappiamo, non spaventa affatto è soltanto snervante, proprio perché, come dicevamo prima, il 99,9% di ciò che ci propinano non ci interessa neanche lontanamente.
Come dici? Improvvisamente cominci a capire di cosa parliamo?
Bene… ora puoi maneggiare anche tu la magia oscura, usala con cautela!
Senza andare a scomodare Gandalf, mago merlino o Silvan passiamo all’ inbound marketing…
Mettiamo il caso che per qualche ragione sconosciuta il tuo scooter smetta di funzionare, creando una situazione piuttosto seccante dal momento che sei già in ritardo di 20 minuti e che il tuo capo al mattino è poco avvezzo ad accogliere giustificazioni…
La prima cosa che ti viene in mente è quella di afferrare lo smartphone, sperando che funga da bacchetta magica, per trovare un meccanico il più vicino possibile per riparare il guasto in tempi celeri.
Grazie a qualche mistica combinazione ancestrale non appena sul motore di ricerca compaiono le lettere “m-e-c-c…” lo schermo dello smartphone proietta una quantità enorme di annunci riguardanti meccanici specializzati, offerte e recapiti. E allora ti senti un po’ come Truman che sospetta una realtà “su misura”, ricca di stereotipi e di soluzioni ideali per ogni necessità.
Il senso dell’ inbound marketing è proprio questo: offrire una risposta a chi è alla ricerca, volontariamente, di una soluzione.
La domanda a questo punto che ti stai ponendo è: quale dei due è il più performante?
La risposta è tra quelle più scomode, vale a dire: dipende…
Naturalmente non basta conoscere la “ricetta” ma è necessario conoscere soprattutto gli ingredienti e le quantità giuste da aggiungere. Affidarsi ad un alchimista professionista in marketing e comunicazione può essere la scelta più indicata.
“Il mondo è pieno di cose magiche, pazientemente in attesa che i nostri sensi si acuiscano.”